Intervenuto nel corso dell'evento il soprintendente
Massimo Osanna
Castellammare: una firma blocca la rinascita del
patrimonio archeologico
"Il nostro progetto è quello di creare un sistema
museale che colleghi il Palazzo reale di Quisisana al Castello di Lettere. Il
primo accoglierebbe i reperti archeologici dell'antiquarium, il secondo
ospiterebbe un museo medieovale"
24 febbraio 2016 - Carmine Iovine
Il direttore generale della Soprintendenza di Pompei, il
professore Massimo Osanna, ha incontrato a Castellammare le associazioni ed i
comitati impegnati per la promozione del patrimonio archeologico di Stabiae.
“Cambiare con la cultura: valorizzazione e futuro del Palazzo reale di
Quisisana e degli scavi di Stabiae” il tema dell’incontro – aperto alla
cittadinanza – tenutosi il 23 febbraio, presso la sala Ruccello del cinema
Montil. Un’occasione per fare il punto sui progetti di sviluppo del sistema
archeologico stabiano, a cominciare dalla creazione del polo museale presso la
Reggia di Quisisana.
Sono stati molti gli spunti offerti dal Soprintendente
Osanna che, fin dall’inizio del suo incarico, ha dimostrato grande attenzione
per Stabiae. Il dibattito, moderato dal giornalista Antonio Ferrara (presidente
del comitato Scavi di Stabia), ha affrontato anche questioni come la nascita
della scuola nazionale di archeologia, la tutela delle ville di Varano ed il
potenziamento dei servizi al pubblico, anche in chiave di rafforzamento
dell’offerta turistica di Castellammare di Stabia e del suo collegamento con il
sistema pompeiano.
“La zona archeologica di Varano, seppur protetta da vincoli
urbanistici, negli ultimi decenni è stata devastata dall’abusivismo edilizio –
ha dichiarato Osanna – in questo momento, oltre a progetti di sviluppo, siamo
innanzitutto impegnati nel difendere l’area archeologica. Dobbiamo mantenere i
vincoli urbanistici, difendendo le zone ancora non ancora aggredite dall’
abusivismo. Gli abusi edilizi hanno irrimediabilmente compromesso un patrimonio
unico. Le ville di Varano, circondate da giardini e parchi, erano immerse
nella natura. Dobbiamo preservare quel poco che è rimasto e difendere quello
che è stato finora salvato. Per questo ci stiamo opponendo con forza a tutte le
richieste di limitare i vincoli”.
Il tema principale della serata resta tuttavia quello della
creazione del museo presso la Reggia di Quisisana. L’antiquarium – stipato
negli scantinati della scuola media in via Marco Mario – è chiuso al
pubblico dal 1997 per inagibilità. Una collezione che conta circa otto mila
reperti sommersi dalla polvere e rovinati dall’umidità. “Il progetto per
trasferire i reperti dell’antiquarium alla Reggia di Quisisana sarebbe
eseguibile in pochi mesi. Dal ministero sono stati stanziati circa due milioni
di euro per la creazione di un polo museale. Noi ce la stiamo mettendo ma se il
comune di Castellammare non ratifica l’accordo di convenzione con la
Soprintendenza, il progetto non può partire. La convenzione prevede la
concessione in comodato d’uso di alcuni spazi del palazzo reale. Con la
precedente amministrazione eravamo a buon punto, avevo persino portato all’ex
sindaco una bozza di convenzione. La fine della consiliatura ha provocato una
ulteriore sospensione e ora stiamo dialogando con il commissario prefettizio.
La speranza è che si possa concludere questo procedimento prima della fine del
governo commissariale perché se ciò non avvenisse il rischio è di un nuovo
lungo slittamento”.
Una situazione a dir poco incredibile. Un progetto, quello
della creazione del museo archeologico presso la Reggia di Quisisana,
finanziato e praticamente pronto per partire ma bloccato da una “semplice”
convenzione di comodato d’uso. Le lungaggini di Palazzo Farnese, prima di
Nicola Cuomo e ora del Commissario prefettizio non si spiegano. O meglio quelle
di Nicola Cuomo non si spiegano, quelle del Commissario sono più comprensibili.
E’ probabile infatti che il commissario non voglia prendere una decisione così
importante alla vigilia delle elezioni. Una decisione forse di natura troppo
“politica” per un governo commissariale.
Eppure il commissario Vaccaro ha dimostrato in queste
settimane di essere molto sensibile alle richieste dei cittadini e delle
associazioni ed in effetti, probabilmente, gli unici che potrebbero convincerlo
a firmare la convenzione sono proprio loro: i cittadini. Proprio per questo nei
prossimi giorni le associazioni protocolleranno una lettera con la quale si
chiederà al commissario di fare il possibile per velocizzare la procedura e
concludere – prima delle elezioni – la convenzione con la Soprintendenza.
Creare un museo a Quisisana avrebbe molte conseguenze
positive, in primis dal punto di vista occupazionale e dello sviluppo turistico
del territorio. Il vero obiettivo sarebbe infatti quello di creare una rete con
gli altri siti di rilevanza archeologica del comprensorio. A tal proposito il
soprintendente Osanna ha comunicato in anteprima l’idea di realizzare un museo
medieovale all’interno del Castello di Lettere. Progetto già discusso con il
sindaco di Lettere, Sebastiano Giordano. Un polo museale che potrebbe collegare
Castellammare (Quisisana-Varano) a Lettere, magari coinvolgendo altre
zone di grande interesse storico-archeologico come la Valle dei Mulini di
Gragnano o la chiesa di Pino di Pimonte.
Il colmo, tuttavia, sarebbe se partisse prima il progetto di
Lettere, ancora da strutturare e finanziare, rispetto a quello di Quisisana già
progettato da anni e persino finanziato dal Ministero.
Carmine Iovine
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